In
un afoso pomeriggio di fine maggio mi sono finalmente decisa a
soffiare la polvere via da un volumetto che vegetava sui miei
scaffali da molto tempo. Sto parlando di “Il mondo perduto” del
geniale Arthur Conan Doyle, ottenuto in scambio su Bookmooch ( n.b.
per chi ancora non lo sapesse si tratta di una piattaforma che
permette di scambiare libri e far trovare loro una casa più
appropriata e lettori più amorevoli e di riceverne altrettanti in
cambio. Oltre a Bookmooch, esiste anche Acciobooks, dalla grafica
semplice e intuitiva e su cui si possono fare dei veri affari, vi
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“Il
mondo perduto” è forse l’opera più celebre dello scrittore
inglese dopo le notissime avventure del detective londinese Sherlock
Holmes. Scritto nel 1912, quindi più di un secolo fa, presenta
evidenti limiti narrativi, ma questo non compromette comunque la
godibilità del romanzo.
Il
libro narra le vicende di una piccolissima spedizione scientifica
commissionata dall’Istituto di Zoologia Britannico sul Rio delle
Amazzoni. Il nostro protagonista è Malone, un giornalista irlandese
che scrive per la Gazette e che, insieme al turbolento professor
Challenger, al professor Summerlee e al noto atleta e lord John
Roxton partiranno per il Sud America con il preciso intento di
riportare prove concrete e tangibili di vite preistoriche che lo
stesso professor Challenger dichiara di aver scoperto.
Il
motore che innesca lo spirito di avventura del fifone Malone e che lo
spingerà a partecipare a questa pericolosa missione è l’ipotetico
amore di Gladys ed è per impressionare questa fanciulla e
conquistare il suo cuore, nonché impersonare l’ideale di uomo
della donna, che il giornalista rischierà la sua vita. È esilarante
come dopo tutte le fatiche e i pericoli, Malone torni in patria e
ritrovi non la donna che ha lasciato, bensì un’altra Gladys:
assolutamente incoerente, disillusa, arresa. Una donna in cui è
difficile trovare del brillante.
L’intero
romanzo è narrato in prima persona, si tratta quasi di un romanzo
epistolare. Il lettore, infatti, non fa altro che leggere le
documentazioni pervenute nel mondo civilizzato attraverso perigliosi
e incerti percorsi. Malone non fa altro che riportare notizie
imprecise e rivedute al fine di permettere alla sua testata
giornalistica di ricostruire la spedizione e di raccontarla solo, e
soltanto, dopo il ritorno in patria dei quattro esploratori.
La
chicca di questo romanzo credo fermamente siano i personaggi. Sir
Arthur utilizza quasi tutta la prima parte del romanzo per
introdurceli e devo dire che se anche l’azione e la scioltezza
della lettura ne risentono, a me non è dispiaciuto. Malone ci viene
presentato come un giovane innamorato, si lascia intrappolare dai
sogni di Gladys e forse spinto dalla curiosità mette a repentaglio
la sua vita e la sua carriera da bravo giornalista. Summerlee ci
viene descritto come un professore asciutto e compassato, secco e
spigoloso. Lord John Roxton è un famoso atleta, nonché cacciatore e
avventuriero per natura. Ma la chicca è sicuramente il professor
Challenger, un uomo intrigante, dall’intelletto superbo e dal
temperamento incontrollabile. ( Sherlock is that you? )
Il
linguaggio è molto tecnico e scientifico e le descrizioni sono di
grande impatto evocativo. Incontrerete un sacco di azione e di
avventura, ritroverete tantissime specie di dinosauri – anche il
temibile Tirannosauro Rex – e popoli nativi e scimmie antropomorfe
spaventose e sarà come rivivere Jurassic Park cento anni prima.
Non
so voi, ma a me la parola dinosauri mi compra sempre. Sicuramente
recupererò anche “Il mondo perduto” di Michael Crichton che
credo abbia volutamente omaggiato Arthur Conan Doyle e si sia
ispirato a lui.
Voto:
3/5 ( ma solo perché chiaramente inferiore alle avventure di un personaggio intramontabile e amatissimo come lo è Sherlock )
Titolo: Il mondo perduto ( The lost world )
Autore: Arthur Conan Doyle
Casa editrice: Bompiani
Anno di pubblicazione: Aprile 2002
Pagine: 316
Prezzo di copertina: 11 euro
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